ARTICOLO TRATTO DA IL PICCOLO IL GIORNO VENERDI' 17 SETTEMBRE 2010:

 

«Se vuoi trovare la chiave della tragedia greca, allora impara le danze greche, perché tutto evolve da lì», dice Eva Palmer, moglie del poeta greco Angelos Sikelianos. Ogni terra, ogni regione, in Grecia, si esprime in danza. E Giorgia Verona, studentessa di architettura, triestina di nascita con sangue cretese ereditato dalla nonna materna, le insegna negli spazi della Comunità Greco-Orientale, offrendo una lezione aperta a tutti lunedì 20 settembre presso la sala dell'Hotel Filoxenia in via Mazzini 3 alle ore 17. Il repertorio è vasto e spazia dal celeberrimo sirtaki, nato per il film “Zorba il greco”, allo tsamikos, ossia la danza del labirinto legata al mito di Teseo, fino all’hassapiko politiko (detta anche “danza dei macellai”), che ha origine a Istanbul. Omero, nei suoi scritti, menziona il syrto e nell’Iliade parla di una danza di matrimonio disegnata sullo scudo di Achille. Sono danze in cerchio, danze d’amore, di guerra, d’invocazione, danze rituali e sacre che nell’antichità venivano eseguite attorno ad un altare, a un albero o a un oggetto sacro. «Un'ottima opportunità - dice Giorgia Verona - per coloro che vorrebbero conoscere la tradizione greca, le usanze, la cultura. Danziamo per divertirci, per emozionarci, per comunicare le nostre sensazioni, per avvicinarci, con il cuore e con la mente, alla nostra Terra, per condividere insieme gioia e sorrisi, per non dimenticare la nostra tradizione, per esprimere noi stessi e tutto quello che a parole non diciamo».

 

Maria Cristina Vilardo

Una parte del corpo di ballo
Una parte del corpo di ballo

Intervista a Giorgia Verona

DANZARE LA GRECIA

(domenica 26 settembre 2010)

  

Perché scegliere un corso di danza greca?

Questa domanda me la sono posta più volte anch’io: cos’è che attrae le persone a venire in quella sala? Non saprei dire cosa le colpisce. Probabilmente coltivano già da sole un qualcosa che le accomuna, che le avvicina alla Grecia, come ad esempio lo studio della lingua. Le motivazioni sono le più disparate, alcuni ad esempio vengono per poter danzare quando vanno in vacanza in Grecia. Altri per trascorrere un pomeriggio in compagnia, lasciando lo stress ed i problemi fuori dalla sala. Ma sicuramente è un modo per approfondire e conoscere la cultura e la storia greca.

Qual è il repertorio che propone ai suoi allievi?

Il repertorio, in realtà, è molto ampio. Ma quest’anno, dopo la mia vacanza estiva a Creta, e dopo aver frequentato per un mese l’Accademia di Danza a Sitia, ho scelto prettamente il repertorio cretese perché è quello in cui mi ritrovo di  più, è la musica che sento dentro, quella che mi permette di perdermi, di emozionarmi, di ritornare con la mente nella mia Terra. 

Qualche esempio?

Oltre al Sirtaki, che tutti considerano la danza tradizionale per eccellenza e invece non lo è, io punto tantissimo sulle danze in cui c’è energia, dinamismo, movimento, come il Xaniotis. Non c’è un numero definito di danze. Potremmo dire che sono infinite, perché tante danze prendono nomi diversi, ma il ritmo, la musicalità, il numero dei passi è sempre lo stesso. Xaniotis ha una decina di nomi per essere definito, però il ritmo è sempre quello. E poi si differenziano per le coreografie, che vengono create dai singoli maestri sulla base delle danze tradizionali. Lo stesso discorso lo si può fare per il Malevisiotis.

Qual è la danza che più la emoziona danzare?

Il Xaniotis ovviamente. Perché è quella che più si danza a Creta. È nata lì, precisamente a Hania, ed è quella che mi avvicina di più a tutta la mia tradizione, alla mia famiglia. È la danza che forse mi permette di creare anche più coreografie e figure.

Perché gran parte delle danze greche si danzano in cerchio?

Perché è come se ci fosse una sfera al centro in cui ognuno di noi espelle tutte le sue energie, tutto il suo stato d’animo. Ed è come se tutto si concentrasse nel centro.  È come un vortice di energie. Un vulcano in continua eruzione.

Conoscere la storia che le danze hanno in sé aiuta a danzarle meglio?

Io trovo fondamentale il fatto di conoscere cosa c’è alla base di tutto quel che stiamo facendo. Bisognerebbe sapere l’importanza che i greci attribuiscono alle danze nei matrimoni o durante il carnevale, per poter dare uno spirito giusto a questi eventi, nell’eventualità in cui noi ci trovassimo coinvolti. Dobbiamo riuscire a trasmettere le emozioni giuste. Non possiamo pensare che la danza sia solo divertimento e sorrisi. Ci sono danze legate anche a storie tristi, come la ballata di Zalongo in cui vengono commemorate le donne di Suli, le quali, piuttosto che sottomettersi agli assedianti turchi, nel 1803, si misero a ballare attorno al culmine della grande roccia che domina Zalongo e ad ogni giro, una dopo l'altra, si gettarono nel vuoto. Poi c’è anche lo Tsamikos, che rappresenta gli uomini che vanno a combattere contro i Turchi. Quindi non possiamo permetterci di affrontare queste danze ridendo.

Per indossare il costume tradizionale bisogna avere sangue greco? 

La risposta che le darebbe un qualsiasi greco è che solo noi possiamo permetterci, e sottolineo “permetterci”, di indossare il costume tradizionale. Per come vivo io la danza, invece, credo che tutti possano farlo, ma devono essere consapevoli di cosa stanno indossando. Non è solamente stoffa. Anche il semplice fatto della cucitura del vestito ha una sua rilevanza per noi e soprattutto per la tradizione. Bisogna capire innanzi tutto, e documentarsi ulteriormente, il vero significato di ogni parte del vestito, di ogni sua componente. E quando lo si indossa è come se un nuovo corpo fosse sopra di noi. Ma non è una maschera, è semplicemente il cuore e l’anima di un popolo, di una tradizione popolare. Riguardando alcuni filmati, ho notato che c’è un indice di “superficialità” in alcuni dei miei ballerini, perché forse sino ad ora nessuno ha mai approfondito, come lo sto facendo io, il discorso sulla vera importanza della danza. Io ho vissuto più maestri, mi sono formata con più persone, ma nessuno mi ha mai spiegato la storia, nessuno mi ha mai spiegato i significati importanti che si racchiudevano dietro ai passi di danza, nessuno mi ha mai accennato nulla sui costumi tradizionali. La prima volta che mi sono trovata a indossare il costume tradizionale era come se mi sentissi quasi in colpa per dover vestire qualcosa che appartiene a un popolo di cui non conoscevo nulla. E questo non è il percorso che seguirò io con i miei ballerini. Ci sarà prima una fase di conoscenza, ma soprattutto di consapevolezza, e poi ognuno dovrà essere libero di scegliere. Probabilmente qualcuno nemmeno se la sentirà di indossarlo. Ma sono fiduciosa e orgogliosa delle persone che ho in sala. Io il mio lavoro lo porterò a termine, la scelta finale spetterà a loro. 

In che modo capisce se un suo ballerino è stato veramente afferrato dallo spirito della danza greca?

È come se dovessi pormi la domanda e guardarmi in uno specchio mentre danzo, per poter rispondere. Io non so cosa esprimo mentre danzo, perché non me ne rendo conto. Quando sento la musica entro in una dimensione tutta mia, in cui a volte mi dimentico persino di guardare i miei ballerini. Non mi rendo conto di cosa stiano facendo perché sono totalmente presa. Sono nella mia realtà, che è parallela a quella che sto vivendo nella sala. L’unica cosa che mi permette di capire se sono immersi nella danza nel modo in cui lo intendo io, è attraverso lo sguardo. Non ho altri mezzi, non ho altri strumenti. Dire che quella persona danza nel modo giusto e quell’altra nel modo sbagliato, non è possibile. Ognuno ha il suo modo di danzare e ognuno attribuisce un proprio significato a quello che sta facendo. Ogni persona in quella sala mi regala qualcosa di suo, un’emozione diversa. Sto mettendo tutta l’energia in quest’attività forse soprattutto per me stessa. Ma quella porta è aperta a tutti, a tutti coloro che hanno voglia di immergersi in una tradizione alla quale non appartengono, a coloro che vogliono sfiorare, solo col pensiero, la splendida acqua cristallina che bagna tutte le coste della Grecia.

Avere una nonna cretese...

Avere una nonna greca per me, a questo punto, è una responsabilità in quanto mi sto accorgendo sempre più che, di tutta la mia famiglia, nessuno sarà in grado e nessuno ha la volontà di portare avanti la nostra tradizione. È come se tutto fosse ora nelle mie mani. E da quando ho cominciato a danzare, vedo in lei l’orgoglio di avere qualcuno vicino che permetterà che tutta la sua storia non si dimentichi così facilmente. Quindi se faccio tutto questo, lo faccio sicuramente anche per lei. 

La frase, da cuore a cuore, che la nonna ha trasmesso alla nipote?

Credo che sentirsi dire “Sei tu il mio orgoglio” racchiuda qualsiasi altra cosa.     

 

Maria Cristina Vilardo        

ARTICOLO TRATTO DA IL PICCOLO DEL GIORNO DOMENICA 10 GENNAIO 2011:

 

 

INEDITO MOMENTO DI AGGREGAZIONE

Danze e note greco-orientali al Centro diurno di via Weiss

 

È una tradizione antica, molto sentita e apprezzata non solo dai greci ma anche da chi ne sposa la cultura, e può essere utilizza anche per fini terapeutici .

A Trieste è possibile conoscere i balli della tradizione greca grazie a un nutrito gruppo di ballerini capitanati da Giorgia Verona, studentessa universitaria di origine greca che opera all'interno della Comunità Greco Orientale di Trieste.

Un'iniziativa nata qualche anno fa quasi per gioco ma che attualmente sta crescendo in modo esponenziale, sia per il numero di persone che vi si avvicinano sia per la loro partecipazione a numerosi appuntamenti. Infatti da qualche tempo i danzatori si esibiscono in manifestazioni pubbliche ma anche per beneficenza, come nella festa di Natale svoltasi al Centro Diurno di via Weiss nel comprensorio di San Giovanni.

«Abbiamo preso parte - racconta Giorgia Verona con legittimo orgoglio - a vari eventi in ambito regionale, ma quello che mi ha avvinto di più è sicuramente la festa di Natale che abbiamo organizzato assieme alle responsabili del Centro Diurno di via Weiss. Ho pensato - continua Giorgia - che la danza avrebbe permesso loro di divertirsi, di trascorrere delle ore in compagnia lasciandosi trasportare dalla magia degli strumenti che scandiscono il ritmo della nostra danza». .Così è stato: un'esperienza meravigliosa vedere il sorriso sul volto di quei ragazzi, vederli ballare, ridere e partecipare con entusiasmo ai balli guidati dai danzatori. Un evento reso possibile anche grazie alla collaborazione della signora Elena Semeria, responsabile del Centro, Maria Pia Namer responsabile di posizione organizzativa e della dirigente del servizio Disabili e Anziani, Maria Giovanna Ghirardi. Il 2011 è appena iniziato ma l'agenda dei ballerini della Comunità Greco Orientale è già segnata da numerosi impegni ed esibizioni pubbliche, fra le quali altri momenti di aggregazione al Centro Diurno di via Weiss.

 

Andrea Di Matteo

Il gruppo di danza della comunità greco orientale

ARTICOLO TRATTO DA IL PICCOLO

DI MARTEDI' 20 SETTEMBRE 2011

 

Anche quest'anno l'insegnante Giorgia Verona proporrà, con i suoi ballerini della Scuola di Danze Tradizionali Greche della Comunità Greco-Orientale di Trieste, una lezione di presentazione dei nuovi corsi, aperta a tutti, che si terrà lunedì 26 settembre alle 18 nella Sala Giubileo dell'Hotel Filoxenia in via Mazzini 3. Una breve dimostrazione farà assaporare alcune delle più amate danze greche, con la tradizione, gli usi, i costumi, la storia e la cultura che si celano dietro ai passi. E chi lo desidera potrà poi unirsi ai ballerini.

Articolo tratto da Il Piccolo
Articolo tratto da Il Piccolo

ARTICOLO TRATTO DA IL PICCOLO

DI MERCOLEDI' 9 MAGGIO 2012

 

I ragazzi delle classi 3A, 4A e 4C della Scuola Dardi
I ragazzi delle classi 3A, 4A e 4C della Scuola Dardi